ITALIAN INTERVIEWS

FRENCH TV vs FRENCH TV

French TV (1984): A quel tempo la band era il progetto del chitarrista Steve Roberts, più che il mio. Lui era uno che sapeva come fare un disco, registrarlo e scrivere belle canzoni. Io stavo giusto imparando a scrivere delle composizioni mie ma riconosco che i miei primi tentativi non erano riusciti in modo soddisfacente e coerente. Non mi sento molto attaccato a questo disco, dato che non ero tutto sommato che il co-pilota!

After a Lengthy Silence (1987): La ragione del titolo è che ci sono voluti 3 anni ad accorgerci che Steve si stava ritirando dalla band per dedicarsi alla famiglia, al suo lavoro e alla sua neonata etichetta ZNR. Avevo pronte un paio di buone canzoni e chiesi agli altri che suonarono nel primo album di continuare, contribuendo anche con materiale proprio, ma Artie Bratton (ch) voleva suonare pop e rifiutò, e Fenner Castner disse che a settembre avrebbe voluto dedicarsi a tempo pieno agli studi universitari, così successe che passammo tutta l’estate a scrivere, comporre e suonare in ogni momento libero. Tutto sommato comunque sono orgoglioso di questo disco, tant’è che anche oggi devo stare attento a non duplicarlo ad ogni nuova canzone che scrivo.

Virtue in Futility (1994): Ero molto eccitato in quel periodo perché c’era una nuova line-up e cominciammo per la prima volta a suonare dal vivo. Trovavo le nuove canzoni molto avventurose; ero orgoglioso specialmente di “The family that OONTS together” e “Empate”. Molti cambi di tempo e d’atmosfera, grandi assoli, bei momenti… “Friends in high places” fu molto controversa: molti la odiarono (“troppo politicizzata!”), ma molta gente la trovò incredibile! Sembrava quasi un proclama (sulla vendita di armi all’Iran e i soldi ai Contras del Nicaragua) che aveva solo bisogno di essere messa in musica.

Intestinal Fortitude (1995): Un album molto strano. Il batterista se ne andò dopo 3 canzoni: pensava che Tony Hall ed io litigassimo troppo! Poi Tony e il tastierista (che aveva il brutto vizio di riscrivere le parti di ognuno solo per il gusto di sentirsi un grande compositore) si odiavano e un paio di volte si presero quasi a pugni, così per la prima volta chiesi a un membro della band di andarsene. Mi sento ancora male a ripensarci. Finimmo il disco in un’atmosfera di tensione; sperammo che l’inserimento di parti cantate ne rialzasse le sorti, ma non andò così.

Live: Yoo-Hoo!!! (1997): Il proposito di questo cd era di mettere da parte le vecchie canzoni che suonavamo dal vivo e concentrarci sulle nuove. Fu un buono show, ma avrebbe potuto essere meglio poiché eravamo troppo preoccupati per la strumentazione e la registrazione per rilassarci e suonare bene. John ed io discutevamo durante lo show, così ero ancor meno rilassato! Amo l’assolo di chitarra di Dean su “Friendly enzymes & dead dog”!

The Violence of Amateurs (1999): Il mio favorito. Per la prima volta abbiamo fatto gli overdubs a casa usando un DAT, cosicché abbiamo potuto prenderci il nostro tempo e non accontentarci di soluzioni di fortuna per risparmiare tempo e denaro. Credo che il modo di suonare e comporre di Dean sia veramente decollato ed avere Brian Donohoe dei Volare alla batteria è stato un gran piacere (abbiamo suonato varie volte con loro e li apprezziamo sia come musicisti che come persone)! Mi piace che questo cd abbia così tanti elementi: swing, afro-pop, bebop, surf, canti di guerra hawaiani, tango, assoli di banjo… Temo che siamo troppo confusionari per molta gente, ma tutti dicono che questo cd sia il nostro migliore
——–ARLEQUINS MAGAZINE-Alberto Nucci



–From Italy’s “PAPERLATE” , courtesy Ruggero Fomenti

1)Gli appassionati di progressive sono spesso accusati di usare la musica per estraniarsi dal mondo reale, per rifugiarsi ed isolarsi in dimensioni fantastiche, lontano dai problemi quotidiani; tu concordi con questo giudizio?

M.S: Complessivamente penso che sia vera per molti appassionati. Gil ascoltatori competenti possono apprezzare il livello di intensità emotiva di un fraseggio, la qualità di un assolo, la struttura di un brano o gli sviluppi originali della sua trama compositiva; ma molti, direi la maggior parte, usano la musica come strumento di evasione dalla realtè, e questo vale per tutti i diversi generi: gli amanti del country immaginano se stessi mentre mandano a quel paese i propri capi, oppure si vedono buttati fuori da un honky-tonk bar, scazzottando e rimorchiando a casa donne vogliose incontrate in quaiche ritrovo per camionisti, gli appassionati di musica classica sognano di dirigere l’orchestra filarmonica di Londra, mentre i fans di musica jazz vorrebbero frequentare di nascosto del sobborghi malfamati mangiando pollo frltto con Charlie Parker, gli hard-rockers infine si pensano mentre rompono con le loro ragazze e guidano auto veloci (O.K., probabilmente non hanno una grande immaginazione!). La domanda che mi hai posto potrebbe sottintendere la convinzione che esistano modi corretti e scorretti di ascoltare musica, mentre io ritengo che sussistano
solamente metodi differenti, finalizzati a poter apprezzare maggiormente un brano de diversi punti di vista. Credo che molti non si rendano conto di come il progressive necessiti attenzioni particolari per poter essere gustato appieno: richiede pazienza, uno sforzo per memarizzare i vari temi e la propensione ad ascoitare un brano più volte prima di decidere se veramente valido oppure no. Sinceramente non so se tutto questo giustifichi l’accusa mossa al prog fans di usare la musica per fuggire della realtè; comunque esistono infinite fantasie in questo mondo, e caveicare un dragone tanto irreale quanto dare un pugno sul naso del presidente.

2)French TV sono soliti espnmere opinioni politiche e sociali tramite le copertine dei propri CD, credi quindi che la musica ancora oggi possa stimolare la gente ed essere un mezzo valido per diffondere idee?

Non sono sicuro del fatto che la musica in sé possa essere usata per diffondere idee politiche od opinioni sociali… un esperienza troppe soggettiva; potrebbe indurre l’ascoltatore a riflettere su certe tematiche alternative, ma questo accadrebbe probabilmente in modo completamente differente rispetto a ci1ò 1 che aveva pianificato l’autore!

Le parole unite alla musica hanno invece la forza per raggiungere tale scopo, cosi come infatti accaduto per secoli. Si potrebbe risalire sino ai cantastorie, che spostandosi di viliagglo in villegglo diffondevano le ultime notizie. Vorrei poter dire che la musica dei French TV induce gli ascoltatori a riflettere sulle mie idee di sinistra, ma in un modo differente rispetto a “Friends in High Places” presente sul nostro terza lavoro (si tratta di un brano costituito da diversi spezzoni di discorsi radio fonici inerenti la politica statunitense ed accompagnati da un angoscianta sottofondo sonora -ndr-); i pezzi musicali sono fondamentaimente delle comici per storie che accadono nella testa dell’ascoltatore. Ho qualcosa del genere in serbo per il futuro!

3)Esista qualche tipo di relazione fra la struttura musicale dei vostn brani e le immagini presenti nei booklets dei cd?

Pensando ai colleges dei libretti di “Virtue in futility” ed “Intestinal fortitude”, il metodo che ho usato risulta molto simile al processo compesitivo musicale: le immagini delle copertine sono frammenti di svarieta provenienza, collezionate per qualche loro interessante particolarità e poi mischiete in combinazioni creative; similmente, le musica risulta composta da un insieme di temi intrecciati e rielaborati con diverse variazioni. A differenza del colleges fotografici, le idee che vanno a comporre i brani erano già preesistenti, io le ho solamente riarrangiate aggiungendo nuovi spunti. Le copertine degli altri nostri lavori sono solamente delle immagini che dovrebbero illustrare vari concetti; ad esempio i maiali che escono correndo da teatro in “Yoo-hoo!!!” descrivono molto bene quello che ho visto diverse volte ai nostri concerti, oppure il disegno di “The violence of amateurs” (opera del nostro batterista), chiarifica perfettamente il titolo del cd: un’amatore dilettante, innocente ma violento! .. .inoltre la stranezza dell’immagine era troppo invitante!

4)Attualmente pensi che il Progressive, malgrado il significato del suo nome, sia solo ripetizione di idee del passato? Ritieni che in futuro questa musica possa ancora essere innovativa?

Sono solito pensare che tutte le strade siano già state percorse; questo avviene naturalmente in ogni tipo di arte (non solo le musica). Compaiono comunque sempre nuove prassi operative, nuove generazioni si appassionano ad un genere artistico e lo interpretano personalmente, spesso originando una stile completo con le proprie regole peculiari. Ciascun artista può solamente sperare di lasciare in qualche modo un’impronta, probabilmente miscelando linguaggi differenti per genarare qualcosa di inedito.

Questo non del tutto un male: ci sono molti genari musicali vecchi di centinaia o migliaia di anni, cha tuttavia suonarebbero strani ed interessanti a chi non gli avesse mai sentiti; per quanti invece li hanno comunque presenti da sempre nel proprio patrimonio culturale, potrebbero essere fonte di identità personale o collettiva. Tornando alla domanda risulta perci1ò 1 ipotizzabile che il progressive sia giunto al proprio epilogo per molte persone fra i trenta ed i quarant’anni, essendo contemporaneamente innovativo ed eccitante per molti giovani, stimolati di conseguenza alla ricerca di nuove interpretazioni. Tutto ci1ò 1 probabilmente già avviene, senza che se ne abbia chiara consapevolezza.

5) Che tipo di futuro prevedi per i French TV e per la musica in genere?

Per i French TV non vedo altro che giudizi negativi e obijo: faremo ancora qualche album, il nostro pubblico potrebbe espandersi impercettibilmente ma non sufficientemente da permetterci di lasciare i nostri lavori e suonare a tempo pieno. Potrebbe anche accadere che questa band cessi di essere uno degli interessi dominanti della mia vita, venendo sostituita da qualcosaltro nella mia personale gerarchia delle cose importanti, e allora finirebbero; poche persone ne sarebbero dispiaciute . . .poi correrebbero velocemente a comperare l’ultimo disco degli Spock’s Beard, dimenticando istantaneamente la nostra musica. Que sera, sera!

Il futuro del progressive era più facilmente prevedibile cinque anni fa: un genere di culto, assolutamente nulla a che vedere con la popolarità degli anni ’70. Oggigiomo con le nuove tecnologie MP3 è impossibile immaginare quali potranno essere i futuri percorsi di fruizione musicale. L’idea che gli appassionati debbano dipendere in qualche modo dalla radio e dai negozi di dischi 1è 1 profondamente messa in discussione; chi può sapere cosa vorrà la gente? potrebbe anche accadere che la facile reperibilità della musica porti ad un calo delta sua popolarità sino all’avvento di nuove fonti di interesse per i giovani! Mi sono accorto che qualcosa di strano in questo senso stava accadendo quando, qualche anno fa, i videogames iniziarono a vendere più dei Cd musicali.

6) O.k. Mike, concludiamo con una domanda più scherzosa: quail sono i cinque que titoli che tu salveresti dalla fine del mondo e perché?

I cinque Cd che salverei dalla distruzione della terra? lo stesso giochino dell’isola deserta, non é vero? . . . mi piacerebbe occupare tutti i posti con della musica classica, ma sarei in difficoltà nel giustificare le mie scelte. Di sicuro porterei con me i concerti brandeburghesi di Bach, perché contengono i fondamenti completi della teoria musicale: melodia, armonia, contrappunto, ritmo, .. ogni cosa, eppure non suonano troppo tecnici; poi “Bitches Brew” di Miles Davis: come essere incisivi e contemporaneamente suonare in perfetta sintonia con gli altri musicisti, in modo originale, improvvisando senza ripetizioni; come terza scelta “The White Album” dei Beatles perché contiene ogni cosa che può essere fatta con la pop music, ogni stile; di sicuro il concerto di Helsinki di Frank Zappa (“You can’t do that on stage vol. 2”): vi sono le composizioni più elaborate al mondo eppure eseguite con nuove variazioni, ermetiche aggressive e imprevedibili; infine “Of
queues & cures” dei National Health, un disco seducente, intenso, cristallino, fortemente melodico, ritmato, carico di tensione e piacevolissimo . . .ho ballato “The collapso” al mio ricevimento nuziale l’anno scorso! Se fosse possibile vorrei anche trafugare una copia del Live dei Magma (“Magma Live” , 1975, 2 LP), sperando di non essere scoperto.

E con queste indicazioni, da prendersi ovviamente anche come suggerimenti per i vostri prossimi acquisti, lasciamo Mike Sary, e i suoi French TV, sperando di poteme ascoltare la musica ancora per parecchio tempo.